La ripartenza dopo il periodo estivo: riorganizzazione delle attività, controlli sierologici mensili, collaborazone con l'Università

IL TEST MENSILE - Terminato il consueto periodo dei soggiorni estivi, che peraltro quest'anno non ha comportato la completa chiusura del centro diurno, riprendiamo la nostra consueta attività, che tuttavia di consueto non ha poi molto. É ritmata da un controllo sierologico mensile, che è ben lungi dall'essere routinario, ma le cui sorprese, finora senza conseguenze drammatiche, creano comunque ansia e disagi: i positivi allo stick, ospiti od operatori che siano,  devono comunque essere sottoposti a tampone e, nell'attesa della risposta, isolati a casa o in comunità alloggio, con relativo aggravio del carico assistenziale e costi anche economici non indifferenti. Stiamo attualmente lavorando per risolvere in parte il problema, che altrimenti é destinato ad aggravarsi, via via che la popolazione si avvia verso una ipotetica "immunità di gregge".


RIORGANIZZATA L'ATTIVITA' RIABILITATIVA - L'attività riabilitativa ha subito una grossa riorganizzazione. Fortuna ha voluto che le conseguenze delle misure anti-covid non contrastino completamente con il nuovo indirizzo avviato con l'avvicendamento degli psicologi, cioè con il ritorno del dottor Fulvio Giovannelli, salutato con rinnovata stima ed affetto. La necessità sanitaria di creare nuclei distinti di ospiti/operatori ha consigliato di dare la priorità al criterio della residenza: gli abitanti di una certa zona, prelevati a casa da un determinato pulmino, vanno a costituire un nucleo terapeutico singolo e vengono alloggiati in determinati locali, solo a loro dedicati e con assistenti afferenti esclusivamente a quel gruppo. Anche i terapisti effettuano una calendarizzazione quotidiana delle attività che tenga conto il più possibile della provenienza da un singolo gruppo. Stesso ragionamento vale per le due case famiglia, mentre quella di Via del Gelsomino rimane addirittura fisicamente separata. Ne consegue che i gruppi di ospiti non seguono alcun criterio diagnostico o personologico. Questo fatto tuttavia ha dei lati positivi, analogamente a quanto viene ritenuto valido nella scuola dell'obbligo, dove i portatori delle varie disabilità coesistono con gli altri ragazzi e non esistono più le "classi speciali".


NUOVE SOLUZIONI DI COESISTENZA - Gli operatori sono quindi stimolati a sperimentare nuove soluzioni di coesistenza ed a favorire l'integrazione e lo scambio di esperienze e di affetti. Un modello questo che fin da subito il dottor Giovannelli aveva dichiarato di preferire al precedente, che era imperniato piuttosto sulla mobilità continua dei soggetti  e che comunque, al momento, sarebbe del tutto improponibile. Pochi cambi di destinazione indispensabili sono ad ogni modo stati effettuati, nel rispetto delle direttive generali di separazione dei nuclei, allo scopo di salvaguardare necessità individuali particolari e mantenere, per quanto possibile, l'omogeneitá del carico assistenziale. Va da sé che una simile organizzazione necessita di un monitoraggio da parte dell'equipe ancor più stringente ed una vicinanza agli operatori resa difficoltosa dalle esigenze di distanziamento sociale, ma che perseguireremo con tenacia e fantasia.


LA COLLABORAZIONE CON L'UNIVERSITA' - La stessa fantasia é richiesta sia agli operatori che ai terapisti, per l'effettuazione della terapia individuale, laddove si deve mantenere la distanza e l'uso della mascherina. In tale ambito si colloca anche la recente collaborazione della nostra Anffas con l'Università ed in particolare con la cattedra di Bioingegneria, con la quale abbiamo in corso diversi progetti, alcuni anche molto ambiziosi. Al momento stiamo valutando la possibilità di accedere tramite l'Università a finanziamenti della Comunità europea. Confidiamo di dare aggiornamenti più dettagliati in una prossima newsletter.


LE NUOVE INCOGNITE - L'arrivo della stagione invernale, del maltempo, dell'influenza e degli altri virus che vanno a confondersi con quello del CoVid, pone nuove incognite che confidiamo di affrontare al meglio, con l'aiuto di tutti. Più di sessant'anni di un'associazione non si spazzano via facilmente!

 

Pier Franco Gangemi
Direttore sanitario



 

 




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